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Se chiedete a qualunque esperto di marketing editoriale, vi dirà che il titolo del romanzo è un elemento fondamentale. Il problema però è come scegliere il titolo perfetto per un libro di narrativa.
Infatti, attribuire a un’opera inedita un titolo rappresentativo è tanto importante quanto complesso, perciò oggi analizziamo i titoli e come selezionarli.La prima funzione di un titolo è essere significativo ma conciso (con le dovute eccezioni). Infatti, è la prima “soglia” che il lettore affronta prima di acquistare, come suggerisce anche Genette nella sua opera riguardante paratesti e peritesti.
Un titolo troppo descrittivo e lungo non sarebbe utile. V’immaginate se per dire “Che ne dite di leggere Anna Karenina?” dovessimo ogni volta dire “Leggiamo la storia di quella nobildonna russa di nome Anna Karenina, che aveva un matrimonio infelice, intravide per un momento una speranza di felicità ma poi, delusa, decise di uccidersi?”
E, infatti, in origine titulus era il nome dato alla piccola striscia di pergamena apposta all’esterno di un papiro, su cui era indicato il titolo dell’opera contenuta. Da lì, la metonimia fu semplice. La funzione classificatoria e sintetica è subito evidente, perché su una ridotta porzione di pergamena non poteva stare la descrizione dell’intera opera, ma solo qualcosa di breve.
Dove si può cercare, quindi, il titolo perfetto?
Il primo luogo è l’interno del romanzo stesso, ma nulla vieta di ispirarsi anche a elementi esterni, purché abbiano una relazione col contenuto. Gli elementi da considerare sono tanti, ma per comodità eccone alcuni.
Senza dubbio, un personaggio può rappresentare lo spirito del romanzo al meglio, soprattutto se ne è il protagonista (pensiamo a Stoner di John Williams, per esempio). Il nome dice subito al lettore che quel personaggio sarà il suo riferimento nell’arco di tutta la narrazione.
Inserire un luogo in un titolo ha il pregio di suggerire subito l’ambientazione, ma anche di indirizzare il lettore, fornendo indizi sul periodo storico o sul genere. Si può spaziare dai titoli intimisti (Kitchen di Banana Yoshimoto), a quelli che evocano costruzioni e località (Northanger Abbey di Jane Austen), quartieri e città.
I migliori eventi da selezionare per un titolo sono quelli relativi a incidenti scatenanti la vicenda. Evitiamo di rivelare il finale o il colpo di scena.
Un esempio classico può essere costituito da Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon, dove un evento iniziale della storia diventa un titolo suggestivo.
Si tratta sempre di evocare un’atmosfera citando un evento del romanzo che sia significativo per i personaggi e che possa diventare evocativo per il lettore oppure che spiazzarlo contraddicendo con il contenuto il titolo stesso.
A volte i personaggi possono pronunciare frasi significative, anche prese a prestito da altre opere letterarie, e queste possono diventare un titolo appropriato, evocativo e originale.
Un esempio celeberrimo è Il nome della rosa di Umberto Eco. Sebbene si basi probabilmente su un errore filologico, dato che “rosa” nell’originale latino medievale forse era “Roma”, è un titolo che incuriosisce e risulta molto più suggestivo delle prime idee dell’autore, ovvero L’abbazia dei delitti o Adso da Melk. Scegliendo una frase ricavata da un poema medievale, Eco è riuscito a coniugare suggestione e mistero.
Scegliere un titolo ambiguo significa selezionare un elemento che possa essere interpretato in molti modi, a seconda del livello di conoscenza del contenuto, della capacità di decodificarlo e interiorizzarlo.
Uno dei metodi base è utilizzare giochi di parole, figure retoriche, permutare un titolo noto e modificarlo (facendo attenzione a non cadere in un plagio).
Per ottenere il giusto risultato si può giocare su vari aspetti:
Occorre giocare con le parole, per esempio attraverso la ricombinazione, l’uso di ossimori e di tutte quelle figure retoriche che vengono in soccorso degli scrittori
Una volta trovate le parole chiave e i concetti fondamentali che il titolo potrebbe veicolare, non rimane che ideare il titolo più accattivante possibile. La tecnica del post-it o dei bigliettini è quasi infallibile, ma anche semplice e immediata.
1. Prendete dei post-it e segnate sopra ognuno di essi una parola significativa relativa al vostro romanzo.
2. Inserite non solo aggettivi e sostantivi, ma anche foglietti con preposizioni e articoli. Evitate, se potete, gli avverbi.
3. Combinateli tra loro e annotate le diverse combinazioni. Il titolo giusto potrebbe celarsi proprio tra le righe, ma serve far decantare per qualche tempo la lista prima di decidere. Buona ricerca!
Una volta trovato il titolo, occorre verificare se è poi così originale come sembra.
La prima cosa da fare è una ricerca generica su Google, che poi si può raffinare su Goodreads e sul catalogo generale delle biblioteche italiane, l’OPAC.
Sebbene non esista una legge che vieta di utilizzare lo stesso titolo di un altro libro, è alquanto sconsigliabile, soprattutto se i due romanzi appartengono allo stesso genere.
Il titolo dovrebbe essere qualcosa di unico e iconico, non perdersi nel marasma della produzione libraria.
La scopa del sistema o Il club del libro e della torta di bucce di patata sono titoli che rimangono impressi proprio perché insoliti, anche se lunghi in alcuni casi, inimitabili e facilmente riconoscibili.
Perciò occorre non fermarsi alla prima idea, ma dedicare alla ricerca del titolo del libro la necessaria attenzione e tirar fuori la giusta dose di creatività.
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