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Come editor freelance, so bene quanto la domanda “come utilizzare la punteggiatura nei dialoghi” tolga il sonno a chi scrive.
Questa guida pratica ti accompagnerà alla scoperta delle regole e delle norme che puoi adottare per scrivere i dialoghi del tuo romanzo. Ci concentreremo cosa sui segni utili per delimitare le battute del dialogo e poi parleremo di come utilizzare la punteggiatura aggiuntiva.
Prima di tutto vorrei spiegarti perché sia importante avere chiaro come utilizzare questi segni.
Il desiderio di chi scrive, infatti, è veicolare un messaggio e a volte si pensa che basti scrivere quel messaggio perché arrivi. In realtà, però, anche la forma in cui è espresso è importante.
Stabilire delle norme generali e alcune specifiche per i dialoghi è una delle fasi del processo di redazione che trasforma un testo da grezzo in pronto per la fruizione del pubblico.
Quando parliamo di dialoghi, le virgolette sono la cornice più utilizzata che delimita il discorso diretto, separandolo dalla narrazione. Esistono diverse tipologie di virgolette, ognuna con le sue caratteristiche e il suo utilizzo specifico:
virgolette alte o inglesi “ ____”
virgolette basse o caporali «__________»
trattino lungo (detto anche “lineato”) – ___________–
La scelta di una opzione o di un’altra può dipendere dalla dimestichezza che ciascuno ha con una tipologia specifica, con la scelta di utilizzare un tipo di virgoletta per i dialoghi e un altro per le parole in evidenza e mille altre ragioni soggettive.
In questo articolo però vorrei fornirti una regola semplice, ma prima ti accennerò quale sia il rapporto tra le virgolette e il resto della punteggiatura del dialogo. A fare eccezione sarà il trattino lungo, infatti ha un utilizzo leggermente diverso rispetto alle sue amiche virgolette.
Una volta operata la scelta tra virgolette e trattino, occorre decidere in quali casi la punteggiatura della frase starà all’interno o all’esterno delle virgolette.
Nel tempo le case editrici hanno elaborato vari tipi di norme redazionali. Noterai che c’è davvero una gran varietà, ma il dilemma principale si articola attorno alla domanda: la punteggiatura la metto all’interno o all’esterno delle virgolette?
Cercherò di darti alcune indicazioni pratiche di immediata applicazione, ma prima vediamo a quali tipologie di frase si applicano virgolette e trattini.
Quando si scrive un dialogo con discorso diretto abbiamo quattro tipologie di battuta.
Le battute che vi ho riportato mancano di punteggiatura, se si eccettuano i due punti esterni e le virgolette.
Le scelte possibili sono innumerevoli e consistono, in pratica nel collocare la punteggiatura dentro o fuori dalle virgolette, soprattutto nel caso delle frasi dopo i due punti.
Prevalgono questi orientamenti:
Hogben aveva risposto: «Devo fare un viaggio ogni trenta giorni […]». (Adelphi) – punto fuori
Gli altoparlanti ingiungevano: “Tutti gli impiegati si rechino nei rifugi.” (Feltrinelli) – punto dentro
La persona che lo scopriva per prima gridava a voce spiegata: «Un uomo nel fiume!». (Garzanti) – doppia punteggiatura nel caso in cui non ci sia il punto fermo dentro le virgolette
Per una panoramica ancora più esauriente, vi rimando al pdf di Oblique, che ha raccolto le norme di varie case editrici.
Negli ultimi anni, alcune case editrici e alcune autrici e autori hanno scelto anche di non utilizzare virgolette o trattini ma di lasciare le battute di dialogo libere da marcatori.
Mi viene in mente il caso recente di Chi dice e chi tace di Chiara Valerio, edito da Sellerio; e anche quello di Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey, edito Sur, dove i dialoghi sono in corsivo.
È una scelta anche questa!
La regola che ti propongo per cominciare a familiarizzare con la punteggiatura nei dialoghi è quella del “tutto all’interno con virgolette caporali” ovvero: punteggiatura sempre all’interno delle virgolette, quale che sia il caso. È una norma utilizzata anche da diverse case editrici, tra cui Marsilio (per cui ho corretto diversi libri nel tempo).
È abbastanza intuitiva, madi seguito ho inserito gli esempi per ogni caso.
Battuta semplice
«Oggi è una bella giornata.»
«Oggi è una bella giornata!»
«Oggi è una bella giornata?».
«Oggi è una bella giornata…»
Battuta semplice retta dall’esterno
«Oggi è una bella giornata» disse Maria.
«Oggi è una bella giornata!» disse Maria. «Andiamo al mare?»
Battuta che segue i due punti
– Maria disse allegra: «Oggi è una bella giornata.»
– Maria mi disse: «Oggi è una bella giornata!»
– Maria mi disse: «Oggi non è una bella giornata…»
– Maria mi chiese: «Oggi è una bella giornata?»
Battuta composta o frammentata
«Sì» disse Maria, «oggi è una bella giornata.»
Questa norma ha il pregio di permettere una facile ricerca automatica degli errori ma anche una facilissima memorizzazione.
Ribadisco che ci sono anche soluzioni intermedie o molto diverse, l’importante è operare una scelta! Di solito, quando edito propongo a chi lavora con me di lavorare alle norme prima di cominciare, a meno che il testo non sia uniforme.
Nel dubbio, puoi anche fare delle prove, sfogliando diversi romanzi e cercando di capire quali siano le norme e poi provando ad applicarle. Buona scrittura!
Crediti foto: Tatiana Syrikova via Pexels
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