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Scrivere in prima o in terza persona? La scelta del narratore giusto è il primo passo della creazione di un buon romanzo.
Può apparire una decisione banale, ma dal narratore dipende tutto ciò che il lettore apprenderà rispetto ai personaggi, allo sviluppo degli eventi e alle loro conseguenze.
Il primo passo per scegliere il narratore giusto è capire che genere di storia racconterai.
Si può cominciare con queste domande:
Sebbene sembrino quesiti troppo ampi, rispondendo puoi cominciare a farti un’idea di quali informazioni dovranno avere i personaggi e i lettori.
Scrivere in prima o in terza persona, infatti, implica la scelta di un narratore interno (uno dei personaggi attivi all’interno del racconto) oppure esterno (un “non personaggio” a volte palese e a volte nascosto).
Immagina che ci sia una telecamera: se usi la prima persona, questa telecamera inquadrerà tutto ciò su cui quell’io posa lo sguardo, se invece usi la terza, la telecamera avrà una visione più ampia perché potrà anche riprendere dall’alto, cambiare angolazione e prospettiva
Il racconto in prima persona si caratterizza per l’uso del pronome io da parte del narratore, che a sua volta è un personaggio della storia. Questo “io narrante” può essere il protagonista: è il classico narratore interno.
I vantaggi del narratore interno sono:
Tuttavia, c’è anche qualche difficoltà.
Se si sceglie un narratore inaffidabile, occorre fare molta attenzione affinché i lettori possano, a un certo punto, comprendere questa inaffidabilità e “smascherare” il narratore.
Se a raccontare in prima persona non è il protagonista, deve essere un personaggio che avrà la possibilità di avere accesso a notizie sul protagonista stesso e su tutta la vicenda.
Nella letteratura mondiale ci sono numerosi esempi di narratori interni di questo tipo, per esempio Adso da Melk ne Il nome della rosa, il dottor Watson nei romanzi di Sherlock Holmes, Nick Carraway ne Il Grande Gatsby.
Il narratore in prima persona è utilissimo quando si scrivono storie che vogliono coinvolgere il lettore emotivamente. L’io narrante avvince il lettore, lo porta istintivamente dalla sua parte, rendendo semplice stipulare la sospensione dell’incredulità.
Se il narratore usa la prima persona, ma non è il protagonista del racconto, può darsi che il suo punto di vista sia utile per fornire informazioni fondamentali ai lettori attraverso domande poste agli altri personaggi.
La terza persona presuppone un narratore esterno alla storia.
Di solito si associa il narratore in terza persona al solo narratore onnisciente, come Tolstoj, Manzoni o Verga, ma è anche molto di più.
Il classico narratore onnisciente è il narratore esterno con i superpoteri:
Tuttavia esiste anche un narratore esterno che sceglie di darsi dei confini. Vediamo qual è.
Parliamo sempre di terza persona e narratore esterno, ma che decide di assumere il punto di vista di uno solo dei personaggi della storia.
Un narratore focalizzato ha delle potenzialità davvero interessanti:
Il narratore focalizzato può rivelarsi utile in tutti i casi in cui ci sia un protagonista un po’ antipatico, problematico o semplicemente da mettere in discussione.
Usando questo narratore si ha la possibilità di far conoscere al lettore il sentire e i pensieri del protagonista dal cui punto di vista si racconta, ma riuscendo, di tanto in tanto, anche a prendere le distanze da esso.
La scelta del narratore dovrebbe dipendere da cosa vogliamo che il protagonista sappia, dalla quantità di personaggi presenti nella storia e dalla rilevanza delle loro vicende, da quante informazioni vogliamo fornire al lettore e dalla tipologia di storia narrata.
Quindi, prima di scegliere un narratore occorre comprendere a fondo cosa si vuole comunicare con il romanzo e operare una selezione a monte, per evitare di ritrovarsi a metà storia con problemi strutturali.
E se sei già a metà storia, ma stai incontrando delle difficoltà? In quel caso, posso aiutarti con una consulenza specifica sulla Progettazione, durante la quale ti aiuterò a trovare soluzioni ai problemi relativi al narratore e alla struttura.
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