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Il personaggio di un romanzo è qualcosa di vivo, che prova emozioni, che agisce e lotta per raggiungere i propri obiettivi.
Progettarlo implica mettere in campo molte risorse, ma quali sono gli aspetti da considerare quando si crea un personaggio perché sia credibile e catturi l’attenzione di chi legge?
La mia prima risposta è: cercando di analizzare la natura umana, infatti nulla come il contatto con le persone più diverse può insegnare quale sia il modo di pensare e reagire dell’uomo.
A questo proposito abbiamo grandissimi esempi in letteratura, come Dostoevskij, ma anche Zola, Balzac, Deledda o Morante.
Autrici e autori che hanno scavato nell’intimo dei loro protagonisti, usando le parole per dare loro il soffio vitale. Per riuscire in questa impresa occorre spirito di osservazione e anche del metodo.
Elementi di base per progettare il personaggio
Il rapporto tra interiorità ed esteriorità
Se l’esperienza personale è un ottimo punto di partenza, è anche vero che a volte in un romanzo occorre creare/progettare un personaggio di cui si sa inizialmente molto poco. In questi casi occorre procedere con metodo seguendo anche uno schema.
Per prima cosa si deve ricordare che c’è un rapporto molto stretto tra ciò che accade al personaggio prima che cominci la storia e ciò che compirà dopo l’inizio della narrazione.
Nella fase di progettazione del romanzo e del personaggio si può partire dal passato per poi proiettarsi sul futuro.
Ecco alcuni dei livelli di progettazione e analisi che possono entrare nel gioco della progettazione:
Ogni livello è connesso con gli altri, la bravura di chi scrive bene sta nel rendere le connessioni fluide e logiche, anche quando sono azzardate.
Per fare un esempio: un bambino figlio di un capo di Stato ha non solo prospettive economiche ben diverse da un coetaneo nato alla periferia del Paese in una famiglia che vive di assistenza sociale, ma già prima di nascere è investito di aspettative di ogni genere.
Queste aspettative giocheranno un ruolo nel modo in cui sarà educato, ma non ci dicono a priori se sarà felice o meno, quindi rispetto al suo coetaneo “svantaggiato” potrebbe avere una vita agiata ma infelice.
Le condizioni di base del personaggio possono sottintendere le probabilità che imbocchi una certa strada, ma il bello della scrittura è che può dare una diversa direzione al destino dei personaggi. Ciò che conta è che siano direzioni giustificate dal temperamento, dalle occasioni o dal conflitto, ovvero che nel suo viaggio dell’eroe il personaggio maturi delle scelte coerenti con il suo passato e il suo presente.
La creazione della psicologia del personaggio basata sulla sua backstory è la base, ma i personaggi devono anche muoversi nel mondo creato e devono possedere un corpo. In realtà, ci sono delle eccezioni, si pensi alle Cosmicomiche di Calvino, ma la maggior parte dei personaggi è dotato di una dimensione fisica definita.
Tutti i livelli di progettazione del personaggio relativi alla sua interiorità dovrebbero trovare una corrispondenza nella sua rappresentazione esteriore.
I migliori personaggi non solo sono, ma di solito riescono a far trasparire già a partire dal modo in cui si pongono o si vestono il loro background, alcune caratteristiche caratteriali e il loro fatal flaw a volte.
Le strategie per strutturare la raccolta di dati relativi al personaggio possono essere varie, ma qui vediamo le più comuni. È possibile scegliere quelle che risultano più congeniali al proprio modo di scrivere, facendo attenzione
Schematizzare gli elementi che compongono un personaggio è un indubbio vantaggio per chi scrive ma anche per chi edita, perché è come avere una piccola Bibbia personale per ciascun attore della storia.
Tuttavia, a volte, l’eccesso di informazioni in forma schematica può diventare problematico da trasporre sulla pagina.
In questi casi è bene ricordare la regola dell’iceberg di Hemingway: quando si scrive occorre che l’80% di ciò che si sa del personaggio rimanga nascosta sotto il pelo dell’acqua e che emerga solo il restante 20%.
Ciò non significa ignorare l’80% ma suggerirlo, lasciarlo nel sottotesto e nel non detto, così da evitare lunghe spiegazioni, descrizioni noiose e ricostruzioni prolisse.
L’insieme di eventi, antefatti, incontri, ricordi e pensieri del personaggio, uniti alle sue abitudini e ai suoi modi di fare e pensare devono essere resi sulla pagina solo se funzionali al procedere della storia e alla comprensione da parte dei lettori. Tutto ciò che è superfluo va tralasciato, anche se idearlo in fase di progettazione era stato divertente.
Crediti foto: grazie a Richa Sharma via Pexel
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