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Il blocco dello scrittore è quella condizione che impedisce di mettere su carta la storia che si ha in mente e molto spesso affonda le sue radici in una fase precedente alla vera e propria stesura del romanzo.
Da editor posso dirti che con pratica, conoscenza di sé e abitudine alla scrittura quotidiana si può superare e scongiurare anche per il futuro.
Però occorre capire cos’è il blocco dello scrittore e come si supera applicando soluzioni mirate.
Il blocco può verificarsi prima di cominciare a scrivere oppure durante la stesura del romanzo.
Se si verifica nella fase preliminare, quella della formulazione dell’idea, possiamo parlare di “blocco creativo”. Le idee possono essere stimolate con metodi appropriati, ma poi vanno valutate, organizzate, arricchite e metabolizzate. Quindi, prima di scoraggiarti perché ti senti vittima di un blocco dello scrittore, prova a chiederti se ti stai occupando abbastanza della tua creatività, non solo a livello di scrittura.
Il blocco dello scrittore può avere durata variabile e molto soggettiva.
Ci sono persone abituate a scrivere giornalmente che considerano “blocco” l’aver saltato una sola sessione di scrittura, altre, che sono allergiche alla progettazione, parlano di blocco pur non avendo alcuna routine di scrittura.
La dura verità è che il blocco dello scrittore può protrarsi all’infinito e, soprattutto, diventare un alibi molto comodo se non si prende consapevolezza delle cause che impediscono di scrivere. Quali sono? Vediamole insieme!
Il blocco dello scrittore che colpisce maggiormente nella fase preliminare ha diverse origini, alcune psicologiche, altre pratiche o tecniche.
Il problema nasce quando, anziché dare loro un nome, ci limitiamo a racchiuderle sotto il grande cappello del “blocco dello scrittore”. Questo accade perché neghiamo la reale natura delle nostre difficoltà pur di non ferire il nostro amor proprio o intaccare l’immagine che abbiamo di noi stessi come persone e come autrici e autori.
Cosa voglio dire? Che è difficile venire a patti con le proprie mancanze, perciò ho provato a elencare i problemi più comuni che ho vissuto in prima persona e che ho riscontrato in tanti colloqui con persone che scrivono.
A volte il blocco dello scrittore che si manifesta in medias res e, oltre alle cause già elencate, ha anche altre due motivazioni:
Spesso le diverse cause si combinano tra loro, creando una specie di valanga che ne moltiplica l’effetto e rendendo difficile risalire all’origine dei problemi e trovare le soluzioni.
Infatti, non si può pensare di scrivere con l’ansia di non essere in grado di portare a termine un progetto. Allo stesso tempo, se si supera l’ansia ma non si riesce a dare un ordine alle idee, è difficile proseguire nella scrittura.
Dai segnali, anche se la loro interpretazione potrebbe rivelarsi soggettiva. Infatti, di solito gli scrittori si dividono in due grandi categorie: ansiogeni ed evitanti.
Gli ansiogeni interpretano qualsiasi segnale come un campanello di allarme da blocco imminente, gli evitanti invece cercano di non pensarci, ma intanto non buttano giù neanche una riga.
Il risultato è che i primi si bloccano anche per la paura stessa di bloccarsi, mentre i secondi a causa del loro negare che esista un problema.
Eppure, i segnali di quello che viene rinominato genericamente “blocco dello scrittore” sono pochi e chiari:
Se si verificano due o più condizioni di quelle sopra elencate, allora sarete portati a dire che avete il blocco dello scrittore, anche se, come già spiegato, di ogni blocco si dovrebbero identificare le cause scatenanti, anziché liquidarle con un nome generico. Qui sotto trovi una check list per identificare le varie cause del blocco.
A incappare nel panico da pagina bianca non sono solamente i principianti.
La letteratura è piena di autori e autrici terrorizzati dal non avere più buone idee, che cercano di combattere questa ansia in ogni modo.
Da un lato ci sono i fan della ritualità: Isabelle Allende, per esempio, comincia i suoi romanzi sempre l’8 gennaio, data in cui diede inizio alla stesura de La casa degli spiriti.
Dall’altro lato ci sono i fautori della disciplina: Amélie Nothomb scrive ogni giorno alzandosi alle quattro del mattino; Haruki Murakami, quando sta scrivendo un romanzo, scrive per ore e poi va a correre. È ferreo nel dire che la scrittura per lui è un’attività necessaria ma stancante, che gli impone sacrifici enormi e lo racconta con passione e un po’ di ironia nel libro Il mestiere dello scrittore.
Tutti, però, vivono la scrittura come qualcosa di totalizzante. Per scrivere si sacrifica tempo che potrebbe essere dedicato agli affetti o ai divertimenti, decidendo, talvolta, di ripercorrere momenti della propria vita non del tutto felici.
Come avrai capito, la risposta non è univoca, bensì composta da diverse strategie sinergiche, che però non possono prescindere da questi tre elementi di base:
È più frequente di quanto non pensi che stia vivendo un blocco lo identifichi come la causa del suo “non scrivere”. Credo, però, di averti mostrato che è solo una conseguenza le cui cause profonde vanno indagate e risolte.
Che cosa puoi fare se, nonostante gli sforzi, non riesci a identificarle? Per questi casi ho ideato Supera il blocco, la consulenza tramite cui ti fornisco un supporto e delle strategie pratiche per arrivare alla soluzione del problema.
Se invece hai capito che tra tutte le cause la principale è una mancanza di progettazione del romanzo, allora posso aiutarti con la Consulenza progettazione, tramite la quale ti aiuto a costruire una trama, partendo dalla tua idea e da ciò che vuoi comunicare.
Credits: Tara Winstead su Pexels
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1 Comment
[…] l’abitudine alla scrittura serve a contrastare anche il blocco dello scrittore , ma è anche vero che da qualche parte si dovrà pure trarre ispirazione, se non si hanno […]