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Il narratore inattendibile è quel narratore che racconta la storia senza riportare gli avvenimenti così come sono accaduti.
In pratica, è un narratore di cui non ci si può fidare totalmente.È un narratore interno, ma si differenzia dal classico io narrante per una particolarità. Sfrutta la sua prospettiva limitata, che rende il lettore dipendente dalla sua visione, per dare una versione dei fatti mistificata.
In realtà, non è detto che questo narratore sia in malafede, ci sono diverse ragioni per le quali può modificare la realtà, però è inaffidabile!
Per capire che tipo sia questo narratore dobbiamo pensare che le sue motivazioni possono essere molteplici e sono da ricercare nella sua psicologia. Vediamone alcune tipologie.
È il caso della protagonista di Eleonor Oliphant sta benissimo. Eleanor, per esempio, non si rende conto di quanto il trauma subito la influenzi, e il lettore lo scoprirà solo verso la fine della storia.
Tra i più grandi mistificatori di questo tipo ci sono sicuramente Humbert Humbert in Lolita e Peter Cleave di Follia.
Il caso di Humbert è magistrale: per coprire il suo abuso verso la figliastra, propina al lettore una visione del mondo in cui Lolita è una seduttrice in erba e lui un poveretto senza armi.
Ogni volta in cui un narratore interno si giustifica raccontando solo una parte di verità, eccolo diventare inaffidabile.
Zeno Cosini ne è un esempio molto chiaro. Sebbene sia guidato solo dall’istinto di autoassolversi e non da cattiveria, la sua storia è pervasa dal tentativo di trovare una ragione ai suoi fallimenti.
Questo tipo di narratore si presta molto bene a romanzi in cui serva una certa tensione, come gialli e thriller.
Va bene per tutti quei romanzi in cui il narratore interno si presta a diventare inaffidabile per alcune caratteristiche che lo distinguono a livello psichico e caratteriale. Per esempio: ne La morte in mano di Ottessa Moshfegh, la protagonista indaga su un delitto che alla fine si scopre essere solo una sua invenzione letteraria.
Ciò è possibile perché la protagonista e narratrice ha dimenticato di aver tracciato delle parole su un foglio, e in seguito le ha scambiate come l’indizio di un omicidio.
Quando si utilizza questo tipo di narratore, a un certo punto occorre svelare l’inganno.
Come? Piazzando degli indizi nel corso della narrazione e lasciando che i lettori lo scoprano.
Si possono usare dialoghi rivelatori della prospettiva deformata del narratore; si può usare una fonte esterna (una lettera, un giornale) che riveli la verità, oppure si può far rinsavire il narratore e fargli ammettere di aver perpetrato un inganno narrativo ai danni del lettore.
Se questo tipo di narratore non fa per te, puoi sempre optare per un narratore più obiettivo, quello esterno e onnisciente, oppure per un narratore esterno limitato, che riesca a prendere le distanze da ciò che il protagonista racconta.
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